creare un sito web

Come Creare un Sito Web

Creare un sito web può sembrare una sfida impegnativa

Con la giusta guida e gli strumenti giusti, è possibile farlo in modo efficace. In questo articolo, ti mostrerò i passaggi fondamentali per creare il tuo sito web.

  1. Scegli la piattaforma giusta Il primo passo per creare un sito web è scegliere la piattaforma giusta. Ci sono molte opzioni tra cui scegliere, tra cui WordPress, Wix, Shopify e molti altri. Ogni piattaforma ha i propri vantaggi e svantaggi, quindi scegli quella che meglio si adatta alle tue esigenze.
  2. Scegli il tuo nome di dominio e il provider di hosting Il tuo nome di dominio è l’indirizzo web che le persone digitano nella barra degli indirizzi per accedere al tuo sito. Assicurati di scegliere un nome di dominio accattivante e facile da ricordare. Inoltre, dovrai scegliere un provider di hosting per ospitare il tuo sito web.
  3. Progetta il tuo sito web Una volta che hai scelto la piattaforma giusta e il nome di dominio, il passo successivo è progettare il tuo sito web. Decidi il layout del sito, i colori, le immagini e il testo che desideri includere. Assicurati di avere un design pulito e facile da navigare.
  4. Crea il tuo contenuto Ora che hai progettato il tuo sito web, il passo successivo è creare il contenuto. Assicurati di includere informazioni chiare e concise sulla tua attività e sui tuoi prodotti o servizi. Utilizza parole chiave pertinenti per aiutare i motori di ricerca a trovare il tuo sito web.
  5. Aggiungi funzionalità al tuo sito web Aggiungi funzionalità al tuo sito web come moduli di contatto, commenti e social media sharing. Questi aiuteranno gli utenti a interagire con il tuo sito web e a condividere il tuo contenuto.
  6. Testa il tuo sito web Prima di pubblicare il tuo sito web, assicurati di testarlo su diversi browser e dispositivi per garantire che funzioni correttamente e che sia compatibile con tutti i dispositivi.
  7. Pubblica il tuo sito web Una volta che hai completato i passaggi precedenti, è ora di pubblicare il tuo sito web. Assicurati di promuoverlo attraverso i canali di social media e di aggiornarlo regolarmente con nuovi contenuti.

In sintesi, creare un sito web richiede pianificazione, lavoro e impegno, ma può essere un’esperienza gratificante e utile per la tua attività o il tuo marchio personale. Con i giusti strumenti e una buona guida, puoi creare un sito web efficace e di successo.

Contattami e insieme creeremo una strategia web per il tuo sito che ti aiuterà a raggiungere potenziali clienti interessati al tuo prodotto o servizio.

Scrivimi ad [email protected]

 

Come non commettere errori nell'apertura di un ecommerce

Come non commettere errori nell’apertura di un ecommerce

Come non commettere errori nell’apertura di un ecommerce

L’apertura di un ecommerce è un’ottima opportunità per avviare un’attività online e raggiungere un vasto pubblico di clienti. Tuttavia, può anche essere una sfida, soprattutto per i principianti. Ecco alcuni suggerimenti su come evitare gli errori più comuni nell’apertura di un ecommerce.

  1. Fai una ricerca di mercato completa Prima di aprire il tuo ecommerce, è importante fare una ricerca di mercato completa per capire chi sono i tuoi potenziali clienti, quali sono i loro bisogni e come puoi soddisfarli. Inoltre, è importante studiare i tuoi concorrenti per capire come differenziarti e offrire un valore unico.
  2. Scegli la piattaforma giusta Esistono molte piattaforme di ecommerce disponibili, ognuna con le proprie funzionalità e prezzi. Assicurati di scegliere una piattaforma che soddisfi le tue esigenze e il tuo budget. Verifica anche se la piattaforma ti consente di personalizzare il tuo ecommerce secondo le tue esigenze.
  3. Cura il design e l’usabilità del tuo ecommerce Il design e l’usabilità del tuo ecommerce sono fondamentali per offrire un’esperienza d’acquisto piacevole ai tuoi clienti. Assicurati che il tuo ecommerce sia facile da navigare, con una buona organizzazione dei prodotti, una ricerca intuitiva e una pagina di checkout semplice e rapida.
  4. Offri un’ottima esperienza d’acquisto Assicurati che i tuoi clienti siano soddisfatti dell’esperienza d’acquisto offerta dal tuo ecommerce. Fornisci informazioni dettagliate sui prodotti, offri opzioni di pagamento sicure e semplici, garantisci una spedizione rapida e affidabile e fornisci un servizio clienti eccellente.
  5. Investi nel marketing digitale Lanciare il tuo ecommerce non è sufficiente, devi anche investire in marketing digitale per attirare clienti. Utilizza i social media, la pubblicità online e l’email marketing per raggiungere il tuo pubblico di riferimento e creare consapevolezza del tuo brand.
  6. Monitora le metriche di successo È importante monitorare le metriche di successo del tuo ecommerce, come le vendite, il traffico del sito web e la conversione dei visitatori in clienti. In questo modo, potrai valutare l’efficacia delle tue strategie e apportare eventuali modifiche per migliorare le prestazioni del tuo ecommerce.

In sintesi, l’apertura di un ecommerce richiede tempo, sforzi e dedizione. Evitando gli errori più comuni e seguendo i suggerimenti qui elencati, potrai avviare un ecommerce di successo e raggiungere i tuoi obiettivi di business.

Se vuoi parlare con me o desideri un consiglio, non esitare a contattarmi inviando un’email a [email protected]

Come Google Costruisce la tua Ricerca

Come Google Costruisce la tua Ricerca

Oggi parleremo di come Google costruisce la ricerca.

Ovviamente, non possiamo offrire una fedele riproduzione del funzionamento del motore di ricerca. Infatti, credo che siano veramente in pochi al mondo a sapere come funziona Google davvero.

Tuttavia, l’obiettivo di questo articolo è quello di fornire una visione generale sul processo di costruzione della ricerca di Google e di promuovere una cultura diversa in chi fa SEO, cercando di migliorare la comprensione di questa materia e di affrontarla in modo più corretto.


seo link building

Non basta ottimizzare un sito e fare link building. Mi piace definire questo metodo come una gara di Rally, mentre oggi Google somiglia di più ad una giungla.

In questo articolo esamineremo alcuni argomenti per comprendere meglio come operare con Google.

Il primo errore è pensare che quando effettuiamo una ricerca su Google, il motore estrae i risultati più importanti e li ordina prima di mostrarceli. In realtà, Google cerca di dedurre l’argomento e l’intento dell’utente, invia tutto ad algoritmi specializzati e infine mostra i risultati.


seo categorie blog

Il primo passo per capire come funziona la ricerca di Google è comprendere il concetto di categorizzazione.

Google categorizza i siti web, cercando di capirne il tema. Se ad esempio abbiamo un sito sulle auto, non bastano tre pagine sulle moto per far capire a Google anche l’altro argomento. Serve una sezione intera sulle moto. Inoltre, Google categorizza anche le persone in base ai loro luoghi di ricerca. Se una persona è un amante degli animali e cerca “panda”, la prima volta che effettua la ricerca Google ancora non l’ha categorizzata e quindi le mostra risultati su automobili, antivirus e pagine relative all’animale.

Tuttavia, se questa persona inizia a cliccare sui siti web di animali, Google capisce che è interessata a questo argomento e la prossima volta le mostrerà risultati più in linea con le sue preferenze.

Ma Google non categorizza solo siti e persone, ma anche le ricerche stesse. Oltre alla ricerca di brand conosciuti, esistono ricerche navigazionali, transazionali e informative.

Per ogni tipo di ricerca, ci sono dei prodotti privilegiati. Ad esempio, per le ricerche navigazionali, le risorse e le risposte fornite da Google sono molto affidabili, poiché i risultati di ricerca sono valutati dai Quality Rater, ovvero delle persone in carne ed ossa pagate da Google per valutare la qualità dei risultati di ricerca.


ricerca google

Ma non finisce qui. Quando noi effettuiamo una ricerca, Google non sa a priori che risposte darci. Ad esempio, se cerco “Napoli”, cosa voglio? A parte che secondo me chi fa una ricerca di questo tipo è un pazzo e non sa cosa vuole, è una ricerca troppo generica. Google cerca quindi di comprendere l’argomento “Napoli” e mostrarmi un mix di risultati di ricerca. Se uno cerca “Napoli”, quindi, in questo modo è più facile che trovi ciò che vuole. Infatti, Google ci mostra Wikipedia, il Napoli calcio, il sito del comune di Napoli, una notizia singola, i siti di notizie e il sito ufficiale della provincia. Questi sono i risultati più popolari nelle loro categorie, che rappresentano tutto l’argomento “Napoli”. Quindi, se ho un sito che parla del calcio del Napoli, è difficile che il mio concorrente sia il sito della provincia, ma magari il sito del Napoli calcio.

Detto questo, abbiamo visto che Google deduce l’intento dell’utente cercando di capire anche la tipologia della ricerca, categorizza i siti e le persone, e mixa i risultati per darci una risposta più completa. Dopo, attiva gli algoritmi specializzati per cercare di capire se questi risultati possono essere arricchiti con contenuti extra, attivando la Universal Search, ovvero l’inserimento di video, immagini, notizie, mappe e quant’altro al fine di migliorare l’esperienza d’uso. Ad esempio, se cerchiamo “Ronaldo”, vediamo come tutto sia molto arricchito: a destra c’è un box informativo che spieghiamo meglio dopo, poi ci sono immagini, video e news. Oggi, con un sito informativo su Ronaldo, è impossibile arrivare in prima pagina, mentre è più facile farlo se abbiamo delle immagini, un video o una notizia. Questo vale per tutte le ricerche informative, specialmente quando ci sono i box con delle informazioni, perché vengono preferite le risorse ufficiali. Ed è per questo che Google è una giungla e non una gara di Formula 1: ci sono dei sentieri che non arriverete mai alla fine, sentieri che ci vuole molto tempo e sentieri che ci vuole poco.


universal search

Vediamo alcuni consigli rapidi per sfruttare la Universal Search per immagini, video e notizie. Per le immagini, sono importanti le classiche ottimizzazioni, come il testo intorno all’immagine, l’Alt Tag, il taglio della pagina in cui è inserita l’immagine, la qualità e l’originalità. Infine, la mappa del sito è fondamentale, e se possibile, fornite anche versioni dell’immagine a diverse risoluzioni.

Per i video, se sono ospitati direttamente nel vostro server, vi consiglio di creare un sottodominio come video.nomedomino.it e inserirli tutti lì. Pare che questo sia l’unico modo per avere l’immagine nei risultati di ricerca dedicati ai video ospitati nei nostri server. Se usate YouTube, concentratevi sulla creazione di una community che vi segue e che guarda i vostri video. Il fattore di ranking più importante è quanto riuscite a far rimanere le persone all’interno di YouTube, partendo dal vostro video.

Per le notizie, se volete utilizzare Google News, dovete ottimizzare l’autorevolezza nelle categorie pertinenti e l’originalità degli aggiornamenti. Inoltre, se fate una Breaking news e non aggiornate le informazioni, scenderete di posizione. È importante essere i primi a fornire l’aggiornamento costante e soddisfare l’utente. Inoltre, se Google decide di sostituire un video, è molto probabile che lo sostituirà con un altro video e non con un articolo da un blog.


google news

Se siete presenti su Google News, è importante ottimizzare il posizionamento nei risultati di ricerca, ma anche essere considerati autorevoli all’interno delle categorie in cui si opera. Ad esempio, la Gazzetta dello Sport è considerata più autorevole per quanto riguarda il calcio, mentre Il Secolo XIX è considerato più autorevole per le notizie di Genova. Inoltre, è importante essere originali e pubblicare per primi notizie costantemente aggiornate.

Se pubblicate una notizia di ultima ora e non la aggiornate, il vostro posizionamento nei risultati di ricerca può calare. Inoltre, dopo che Google utilizza la Universal Search, bisogna tenere in considerazione anche la freschezza dei contenuti. Molti credono che basti pubblicare contenuti aggiornati per ottenere un vantaggio diretto nei risultati di ricerca di Google, ma in realtà bisogna fare attenzione: la freschezza non premia i contenuti aggiornati, ma elimina quelli vecchi.

Per sfruttare questa caratteristica, la prima cosa da fare è analizzare i risultati di ricerca di Google e capire a quali risultati potrebbe sostituire i vostri. Non si tratta solo di una questione di data, ma di soddisfare le esigenze dell’utente. Inoltre, è importante sottolineare che se Google decide di sostituire un video, è molto probabile che lo sostituirà con un altro video e non con un articolo da un blog.


Knowledge Graph

Un altro componente importante della ricerca di Google è il Knowledge Graph, ovvero una sezione che contiene informazioni relative all’argomento cercato. Per semplificare la ricerca, Google archivia una vasta quantità di dati riguardanti luoghi, persone e cose, e quando effettuiamo una ricerca su uno di questi argomenti, ci mostra il Knowledge Graph. In sostanza, il box che viene visualizzato è un riassunto di ciò che Google sa su quell’argomento e sui collegamenti tra i vari dati. Ad esempio, per la Juventus, il Knowledge Graph mostrerà i calciatori, le vittorie, i record e le informazioni relative alla squadra. Per Vinicio Capossela saranno invece disponibili le sue canzoni e per Papa Francesco potrebbero essere elencati i miracoli.

 


Per chi volesse approfondire tecnicamente il funzionamento del box, perché ovviamente io ho semplificato con tutto quello che comporta una semplificazione in descrizione, ci sono due articoli di Enrico Altavilla. Detto questo, però, la nostra giungla non è finita, c’è un ulteriore passo da fare che io ho chiamato “Google e le Tre P”: il Google personalizzato, il Google pertinente e il Google privato.

Il Google personalizzato si intende solo ed esclusivamente attraverso la cronologia della ricerca. Ovvero, io cerco una chiave, clicco sul risultato, Google me lo mostra più in alto e quindi me lo personalizza in base a cosa ho cercato prima.

Il Google pertinente è in base a dove sono fisicamente. Cerco pizzeria e, se lo digito da Bologna, mi mostrerà le pizzerie di Bologna. Non intendo risultati dalle mappe, ma proprio i risultati chiamati organici.

E infine, il Google privato, ovvero la funzionalità chiamata “My Answer” che ci mostra tutto quello che facciamo nel mondo reale e tutto quello che fanno le persone. Le pagine che abbiamo cercato su Google, plus tutto quello che facciamo nel mondo reale, ovvero i nostri voli, le prenotazioni, il calendario. Insomma, Google Now. Quindi anche cosa c’è vicino a noi e il ramo della ricerca che viene chiamato “la ricerca senza cercare”, sono le informazioni che vengono da noi e poi quello che succede su Google Plus. Ovvero, se cerco qualcosa, nei risultati organici possono comparire post che hanno fatto persone e pagine che io ho cercato. Ovviamente, se in quei post c’è la parola chiave che sto cercando, la funzionalità è potente. Immaginate di essere accerchiati da 100.000 persone, potreste influenzare la ricerca di tanti.

Invece, una funzionalità particolare riguardante la parte destra è relativa al brand e che quando cerchiamo un brand e siamo loggati su Google, se abbiamo accerchiato la pagina, il box appare sempre. Se invece non sono loggato e l’attività che cerchiamo è di tipo locale, come un ristorante, e questo ristorante ha una pagina di Google Plus, queste informazioni vengono mostrate in Serp. Sempre se invece io non sono loggato su Google, non ho cercato la pagina e sto cercando un brand, quindi una pagina non locale, il box di questa pagina apparirà sulla destra solo se la pagina è verificata e se porta spesso da quello che abbiamo notato noi, una volta ogni 48 ore.

Bene, avete visto come complessa è la ricerca oggi. Non è più sufficiente ottimizzare un sito e creare dei link.

google cerca di capire utente

Google cerca di capire l’intento dell’utente, categorizza i siti, le persone, le ricerche in vari modi, utilizzando algoritmi specializzati per vedere se può inserire mappe, foto, video, news, insomma quello che viene chiamato la Universal Search. E poi pensa alla freschezza, eliminando i risultati vecchi.

Infine abbiamo il Google personalizzato, pertinente e privato. Insomma, arrivare in prima pagina è come superare una giungla: ci sono sentieri che non ci porteranno mai nelle prime posizioni, altri sentieri ci metteremo degli anni e altri ancora invece saranno più facili, e soprattutto nessuno di noi vede gli stessi 10 risultati di ricerca, è solo una coincidenza quando capita. Esiste un Google per ognuno di noi e nelle nostre attività di Search marketing dobbiamo capire l’intento dell’utente, la tipologia di ricerca, individuare i contenuti presenti, scegliere il contenuto con il quale vorremmo arrivare in prima pagina, analizzare i concorrenti, perché non tutti sono i nostri concorrenti: è ovvio che se vogliamo arrivare in prima pagina con un video, non ci mettiamo ad analizzare le immagini, e infine elaborare una strategia.

E poi dobbiamo ricordarci alcune cose: una volta che siamo arrivati primo, secondo, terzo, non è finita. Ci sono gli algoritmi di valutazione automatica dei risultati, quelli di rete, i concorrenti che possono segnalarci, i concorrenti che possono fare negative SEO, c’è il team antispam di Google, aggiornamenti degli algoritmi, ci sono i concorrenti, c’è il mercato che cambia. Insomma, è un aggiornamento continuo.


google cerca gli hacker

Enrico ha fatto notare che la polizia non riesce a prendere tutti i criminali, quindi perché dovrebbe essere possibile per Google? Questo significa che guardare i risultati di ricerca e cercare di capire qualcosa richiede molta attenzione e esperienza, e nessuno può sapere con certezza perché un sito è primo in classifica o se è stato valutato da un team di Quality Rater. Non è facile fare un’analisi completa della concorrenza e giudicare la qualità di un sito solo guardando i link che ha ricevuto. Tuttavia, se si vuole creare un progetto di lungo termine, è importante sviluppare una strategia di content marketing per attirare link in modo naturale. Inoltre, non bisogna farsi ingannare dal concetto di “contenuto di qualità”, che non si riferisce solo alla scrittura, ma anche all’intento dell’utente, al prodotto e all’esperienza complessiva della piattaforma. Questo concetto si è evoluto nel tempo e molte persone sono rimaste indietro.

Se hai bisogno di consulenza SEO o vuoi creare un nuovo sito web, puoi contattare l’indirizzo [email protected].

robot configurazione

Semplice Guida Creare Robots.txt

La Guida al File Robots.txt

Il file robots.txt è uno strumento molto importante per ogni sito web, che consente di comunicare ai motori di ricerca quali pagine del sito devono essere indicizzate e quali no. In questo modo, si può controllare quali pagine del sito sono visibili ai motori di ricerca e quali no, consentendo di proteggere la privacy e la sicurezza del sito stesso.

Di seguito una guida passo-passo su come creare un file robots.txt per il tuo sito web:

  1. Crea un nuovo file di testo: per creare un file robots.txt, è necessario creare un nuovo file di testo utilizzando un editor di testo o un software di sviluppo web. Assicurati di salvare il file con il nome “robots.txt” e di utilizzare la codifica UTF-8.
  2. Specifica le direttive del file: una volta creato il file, è possibile specificare le direttive per il file robots.txt. Ci sono diverse direttive disponibili, tra cui “User-agent”, “Disallow”, “Allow”, “Crawl-delay” e “Sitemap”.

La direttiva “User-agent” viene utilizzata per specificare quale motore di ricerca deve seguire le direttive. Ad esempio, “User-agent: Google” indica che le direttive che seguono si applicano solo a Google.

La direttiva “Disallow” viene utilizzata per impedire ai motori di ricerca di indicizzare determinate pagine del sito. Ad esempio, “Disallow: /folder/” impedisce ai motori di ricerca di accedere alla cartella “folder” del sito.

La direttiva “Allow” viene utilizzata per consentire ai motori di ricerca di indicizzare determinate pagine del sito. Ad esempio, “Allow: /folder/page.html” consente ai motori di ricerca di indicizzare solo la pagina “page.html” all’interno della cartella “folder”.

La direttiva “Crawl-delay” viene utilizzata per specificare il ritardo tra le richieste di crawlers ai tuoi server. Ad esempio, “Crawl-delay: 5” indica ai crawler di attendere almeno 5 secondi tra le richieste al tuo sito.

Infine, la direttiva “Sitemap” viene utilizzata per indicare al motore di ricerca la posizione della sitemap del tuo sito web.

  1. Carica il file robots.txt sul server: una volta creato il file robots.txt e specificate le direttive, è necessario caricare il file sul server. Assicurati di caricare il file nella root del tuo sito web in modo che i motori di ricerca possano accedervi facilmente.

In sintesi, il file robots.txt è un ottimo strumento per comunicare ai motori di ricerca come indicizzare il tuo sito web. Utilizzando le giuste direttive, è possibile proteggere la privacy e la sicurezza del sito web e garantire che solo le pagine desiderate vengano visualizzate nei risultati di ricerca.

Se avete bisogno di aiuto oppure assistenza [email protected]